a cura della Redazione “Italiacanora”


1955 (5a Edizione)
Giovedì 27, Venerdì 28, Sabato 29 Gennaio 1955

Presentano: Armando Pizzo e Maria Teresa Ruta
Orchestra diretta da: Francesco Ferrari e Alberto Semprini
Totale brani: 16
Organizzazione: RAI

LA FORMULA
Due interpretazioni per brano, 8 brani per ognuna delle 2 serate, si qualificano la metà per la serata finale.


L’edizione 1955 del Festival di Sanremo si apre all’insegna del rinnovamento. Innanzitutto Per la prima voltale telecamere Rai mandano in diretta la manifestazione. La finalissima viene trasmessa in Eurovisione in cinque paesi europei: Francia, Belgio, Olanda, Germania e Svizzera. Per questa motivazione la tv di stato impone severe disposizioni a tutti i partecipanti ecco perché sembra che alcune cantanti rinunciano agli abiti scollati ed audaci. La Rai pur rimanendo l’organizzatrice insieme all’Ata si fà un poco in disparte, lasciando ad una commissione di esperti totalmente estranea all’ente, la scelta dei motivi. I cantanti invece vengono selezionati da un’altra commissione che riunisce musicisti di grande prestigio. Dunque le premesse per un festival tranquillo ed in grande stile ci sono tutte ma lo scandalo c’è comunque. Dapprima si contesta la commissione esaminatrice dei brani pervenuti (in tutto 412). La commissione presieduta da Italo Gemini è formata da Umberto Del Ciglio (produttore cinematografico), Teodoro Celli (musicologo), Giorgio Caproni (poeta), Vittorio Veneziani (maestro), Odoardo Spadaro (Chansonnier), Toti Dal Monte (soprano) e Giulio Razzi (senza diritto di voto). Tale commissione formata da nomi illustri, è ritenuta dagli specialisti di musica leggera poco idonea a giudicare le canzonette sanremesi. La commissione viene contestata dalla stampa quando invia un comunicato al Radiocorriere che recita così: “Esaminate con particolare cura e massimo scrupolo le 412 composizioni sottoposte al suo esame; premesso che la Rai, nell’insediare tale Commissione per il Festival ha inteso che questa contribuisse, con il suo lavoro, al miglioramento qualitativo ed alla valorizzazione della canzone italiana, ritenuto che la maggioranza delle composizioni presentate non presenta sia per la parte letteraria che per quella musicale, particolari requisiti di alto livello artistico, convinta tuttavia della opportunità di non interrompere la tradizionale rassegna, decide di segnalare n°16 composizioni. Questo comunicato naturalmente scatena l’ira dei compositori. Le beghe comunque non finiscono qui. Tanti hanno da ridire sul cast dei cantanti che prevede nomi nuovi per la rassegna ritenuti di secondo piano e non Nilla Pizzi. Un gruppo di studenti bolognesi ammiratori della regina minaccia di venire a Sanremo durante la diretta televisiva a gridare che la regina è insostituibile. Appare anche un cosiddetto “vendicatore di Vercelli” che dichiara di di buttare gatti in platea, cani sul palcoscenico e conigli sulle poltrone. Ma poi non succede nulla. Rinnovamento anche nel settore orchestrale dove per la prima volta manca il maestro Angelini sostituito dal maestro Francesco Ferrari. Riconfermato Alberto Semprini. Assente anche Nunzio Filogamo perché ritenuto radiofonico e non telegenico. Dapprima si vuole affidare a Mike Bongiorno (personaggio dell’anno sia radiofonico che televisivo) la conduzione delle serate, poi pero’ tale scelta sembra un controsenso rispetto ai propositi sbandierati che sono quelli di un rinnovamento totale. Si sceglie allora Armando Pizzo conduttore e giornalista e Maria Teresa Ruta (parente dell’attuale conduttrice). La Ruta se la cava bene ed è la prima delle vallette televisive che condurranno la manifestazione. Lo stesso non si può dire per Pizzo che è abituato all’improvvisazione. Gli viene imposto di studiarsi a memoria i testi delle presentazioni. Per evitare dimenticanze dunque il presentatore si fa scrivere dei foglietti che sistemerà nel leggio appeso sotto il microfono. Questo però non gli basterà per evitare le papere che prenderà nel corso delle sue presentazioni.

Il cantante Giacomo Rondinella che avrebbe dovuto interpretare i brani “Un cuore” e “Zucchero e pepe” dà forfait all’ultimo momento. Per quanto concerne le canzoni, solamente due sono le novità in gara: “Era un omino” presentata con briosità da Clara Jajone e “L’ombra” il primo brano di chiara matrice blues interpretata con bravura da Marisa Colomber. Vince però “Buongiorno tristezza” proposta dalla coppia Claudio Villa e Tullio Pane, che si aggiudica anche il secondo posto con il brano “Il torrente”.

Vince dunque il reuccio della canzone ed anticipa l’era del playback; infatti la sera della finalissima Villa è costretto a stare a letto colpito da una brutta faringite. Dunque la canzone viene presentata facendo girare un piatto del giradischi, immaginate l’emozione dei votanti che sentono risuonare la voce del reuccio su un palcoscenico completamente vuoto. Davvero strappalacrime. Terza classificata “Canto nella valle” presentata da Natalino Otto e dalla coppia Bruno Pallesi e Nuccia Bongiovanni.

Fonte: “Sanremo Story”