a cura di “Fabrizio Caramagna”


Al mattino il caffè nero odora come il cielo della notte appena macinato.
Nella tazza del mattino la luce resta in infusione per qualche istante e poi si spande dovunque.
Mattine così, che arrivano in punta di piedi e ti baciano il viso ancora pieno di sonno. E tu sei li che senti sulla pelle i brividi di un nuovo inizio.
In questo sole pieno di promesse, è facile tuffarsi stamattina. Tra un caffè bollente, un progetto e un abbraccio.
Al mattino gli uccelli inventano mille canti, uno per ogni riflesso della loro gola illuminata dall’alba.
Appena sveglio, pronuncio il tuo nome nella testa e mi sorride anche il destino.
Ci sono mattine che ti prendono per i fianchi e ti sparano all’estremità dell’orizzonte. E ogni gesto è stupore.
Al mattino sono azzurri i pensieri, le pareti, i tappeti, i fiori nel vaso. Ogni cosa ha il colore dell’inizio.
La poca luce del mattino rende le cose differenti, indeterminate, possibili. Vorrei abitare solo in quel momento.
La facilità del mattino e dei suoi pensieri,
già pronti e leggeri, come emersi naturalmente da una bassa marea.
Il mattino seduce più di ogni altra ora del giorno. Promette di rivelarci novità senza posa.
Bisognerebbe eliminare un po’ di forse
come le briciole da un tavolo
e poi aprire la finestra verso il nuovo giorno.
Il mattino è come la notte, ha le sue stelle: se non sai guardarle, è difficile cominciare bene la giornata.
Che sia la luce, il telefono, la sigaretta, il caffè, la radio, il cervello. Al mattino c’è sempre qualcosa da accendere.
Il prodigio del mattino che non cerca di cancellare la bellezza della notte. Si stanno solo scambiando il posto. Conversano tra di loro e io li ascolto.
Mattine senza minuti. Minuti senza pensieri. E la bellezza di certi spazi dove sostare.
Un mattino silenzioso e inerte. Non ha voce il traffico che sembra sparito chissà in quale universo, né il cielo che sembra dormire un sonno arretrato.
Le 5 del mattino. Quella linea sottile che separa gli insonni con gli occhi cerchiati dal sonno dai mattinieri con gli occhi gonfi di felicità.
In casa, quando ancora ci stiamo alzando dal letto, il primo a vestirsi della luce del mattino è sempre il vaso di fiori vicino alla finestra.
Questi azzurri celeste indaco mattutini che meravigliano anche alla milionesima volta, ti ricordano tra le altre cose quanto tempo perdiamo ad odiare.
Il mattino tiene sotto il braccio la tela del quadro con cui mostrerà le piccole meraviglie del giorno.
L’odore di certe mattine è color “vengo a prenderti e ti porto al mare”.
I mattini più belli tengono chiuse le paure e fanno parlare gli sguardi.
I pensieri mattutini cercano di andare sempre da qualche parte, come se volessero accorciare le distanze tra sé e l’impossibile.
Certi suoni si sentono solo al mattino: i passi veloci che saltano i gradini delle scale, una saracinesca che si alza, una voce che discute al telefono, lo sportello di un auto.
Come i sorrisi dopo una carezza.
Come le luce negli occhi dopo un tramonto.
Come il sapore del mattino dopo aver fatto l’amore.
Ogni istante contiene una scoperta.
Di mattine lente a farsi accarezzare da questo sole che filtra tra gli alberi e scrive sogni a mezz’aria, mentre il cielo sorride incantato.

Fabrizio Caramagna, conosciuto anche come “ricercatore di meraviglie”, è uno degli autori italiani più citati e lo scrittore di aforismi (vivente) più citato al mondo.

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