a cura di Italiadelight e E-borghi


Castelverrino è il comune più piccolo della provincia di Isernia sia per estensione territoriale che per numero di abitanti, situato a 600 metri sul livello del mare. Il paese si trova nella valle del Verrino, circondato da colline dolcemente ondulate con coltivazioni di foraggio, olivi e viti. Il centro storico è racchiuso da mura di fortificazione e circonda la chiesa dei Santi Simone e Giuda e il Palazzo Baronale, oggi utilizzato come abitazione privata. Le case del centro storico sono principalmente in pietra, con alcune aggiunte di edifici più moderni con muratura intonacata.

Lo stemma del paese mostra un rastrello nella parte superiore, simbolo di nobiltà, e una fortezza nella parte inferiore. Nella piazza principale, all’ingresso del paese, si trova una stele romana e un vecchio lavatoio, accanto a una fontana zampillante. Tra le chiese da visitare ci sono la chiesa della Madonna della Libera, con origini pre-cristiane, la chiesa di Santa Lucia con un portale e finestre in stile gotico e la chiesa Madre dei Santi Simone e Giuda. Castelverrino offre panorami paesaggistici splendidi e conserva una ricca cultura di tradizioni che la rendono una grande risorsa per la regione.


Chiesa Madre Santi Simone e Giuda

La Chiesa Madre intitolata ai Santi Simone e Giuda è una chiesa molto particolare, a pianta centrale ma a tre navate. Chi impiantò la costruzione sembra che abbia ragionato in funzione delle statue dei santi, seguendo la rigida logica bizantina secondo cui più volte è rappresentato il simulacro del sacro, più volte il sacro è presente attraverso il suo simulacro. Sull’altare centrale le nicchie di S. Rocco e di Maria Vergine. Ulteriore statua di S. Rocco è visibile su un altro altare. Nella navata di destra e anche in quella di sinistra la statua di S. Lucia. E poi S. Vincenzo Ferreri con il capo fiammeggiante e la sua regola nella mano sinistra. In una nicchia S. Michele Arcangelo calpesta il diavolo, quasi di fronte la Madonna Addolorata sta nel suo abito nero con il cuore trafitto.

Dall’altra parte la Madonna della Libera è ferma nel suo abito bianco mentre mostra ai fedeli le mani aperte segnate da una croce. Non manca l’antico organo che si intravede sulla cantoria sorretta da due bellissime colonne di legno a torciglione, decorate da viticci e convolvoli. La Chiesa Madre è stata chiusa per 43 anni. La riapertura il 18 agosto 2013, considerata una vera e propria festa, ha coinvolto tutta la comunità Castelverrinese e numerosi amici di paesi limitrofi. Bello e commovente è stato il prologo della processione che dalla Chiesetta della Madonna della Libera ha raggiunto il caratteristico centro storico del Paese, sede della restaurata Chiesa dei SS. Simone e Giuda. Dopo il rito d’ingresso, il Vescovo della Diocesi di Trivento S. E. Mons. Domenico Angelo Scotti, ha riconsegnato simbolicamente le chiavi della Chiesa al Parroco Don Paolo Del Papa, che da qualche anno coordina le attività dell’antica parrocchia; ha benedetto l’acqua per aspergere l’assemblea, le pareti e l’altare in segno di purificazione. Nella chiesa Madre è presente un dipinto di Federico Pelorosso, eseguito nel 1934 e raffigurante Sant’Emidio vescovo di Ascoli Piceno, protettore del paese dai terremoti. Si racconta che fu la popolazione a volerlo dopo averne scampato il pericolo. L’artista nacque a Castelverrino e sordomuto dalla nascita, trascorse parta della sua vita in Argentina; dotato di straordinarie capacità, in paese si ricorda la sua magia, quando stendeva un telo contro il muro proiettandovi immagini che all’istante ritraeva fra lo stupore generale.


Via di San Francesco Caracciolo

Il tracciato, nel primo tratto (Agnone-Castelverrino-Pietrabbondante), si svolge lungo il medio corso del torrente Verrino, caratterizzato da un ambiente naturale di estremo valore: vegetazione ripariale con macchie di pioppi, salici ed un rigoglioso sottobosco.
Si attraversa successivamente un ambiente caratterizzato da coltivazioni agricole, che hanno conservato i caratteri originari, con piccoli poderi separati da siepi, fossi di minime dimensioni, muretti a secco.
Nel secondo tratto che interessa Pietrabbondante e Pescolanciano, il tracciato attraversa la zona SIC di Collemeluccio – Selvapiana – Castiglione – la Cocozza ed il bosco Pontone e la splendida abetaia della zona MaB di Collemeluccio, che si espande su ettari di natura incontaminata ed è una riserva ufficiale dell’Unesco.