a cura di Luciana Gennari


Un genitore può rinunciare alla propria quota di pensione di reversibilità in favore del figlio, ordinando all’Inps di versarla direttamente sul conto di quest’ultimo? La pensione di reversibilità è una prestazione mensile erogata dall’INPS ai superstiti di un pensionato o di un lavoratore deceduto.

Essa rappresenta una forma di tutela economica per garantire, ai familiari rimasti, un sostegno finanziario dopo la perdita del parente che provvedeva al mantenimento.

Ma è possibile rinunciare all’eredità a favore degli altri eredi, come ad esempio un figlio?

Ipotizziamo il caso di una donna che, alla morte del marito, voglia rinunciare alla sua eredità e alla relativa pensione di reversibilità in favore del proprio figlio, per accrescere la quota di questi. Una scelta del genere è ammissibile per la legge italiana? Scopriamo cosa dice il legislatore.

A chi spetta la pensione di reversibilità?

La pensione di reversibilità spetta:

  • al coniuge superstite purché non si sia risposato;
  • al coniuge separato;
  • al coniuge divorziato solo se: a) riceve l’assegno mensile di divorzio; b) non si è risposato; c) il defunto aveva iniziato il lavoro per cui ha maturato la pensione prima del divorzio;
  • ai figli minorenni alla data della morte del padre;
  • ai figli inabili al lavoro che erano a carico del genitore defunto, a prescindere dall’età;
  • ai figli maggiorenni studenti, che erano a carico del genitore defunto, che non lavorano, che frequentano scuole o corsi di formazione professionale equiparabili ai corsi scolastici, fino a 21 anni;
  • ai figli maggiorenni studenti, che erano a carico del genitore defunto, che non lavorano, che frequentano l’università, fino alla fine del corso di studi e non oltre i 26 anni.

È possibile la rinuncia all’eredità in favore di un figlio

L’articolo 519 del Codice civile riconosce a ciascun erede il diritto di rinunciare all’eredità del defunto. La rinuncia deve essere espressa tramite una dichiarazione ricevuta da un notaio o dal cancelliere del circondario in cui si è aperta la successione.

Se a rinunciare all’eredità è il figlio del defunto, il fratello o la sorella, la quota che questi avrebbe ricevuto finisce automaticamente al relativo figlio (ossia al nipote del defunto), il quale però dovrà prima decidere di accettarla. Se quest’ultimo è minorenne, l’accettazione deve essere fatta dal genitore, se incapace, dal tutore legale.

Dunque, ben può un genitore rinunciare all’eredità ricevuta dal coniuge per accrescere quella del proprio figlio.

Si pensi a un uomo che muoia senza fare testamento. Il suo patrimonio si dividerà in parti uguali tra la moglie e il figlio. Se però la moglie vuole lasciare tutto al figlio, può rinunciare all’eredità. Quest’ultimo quindi, accettando l’eredità, subentra sia nella propria quota (il 50%), sia in quella che sarebbe spettata alla madre rinunciataria (l’altro 50%).

Che succede alla pensione di reversibilità in caso di rinuncia all’eredità?

La rinuncia all’eredità non fa perdere il diritto alla pensione di reversibilità. Difatti questa spetta non già in conseguenza del fenomeno successorio, ma come forma di assistenza erogata dallo Stato ai familiari del defunto.

Dunque, diversamente dall’eredità, la pensione di reversibilità non è legata allo status di erede: essa mira a garantire un sostegno economico a chi ha perso il principale, o uno dei principali, sostegni economici familiari.

La Corte di Cassazione, con la sentenza del 16 febbraio 2023, n. 4844, ha stabilito inoltre che il diritto alla pensione di reversibilità è “fondamentale, irrinunciabile, imprescrittibile e non sottoponibile a decadenza”.

Ciò significa che non è possibile rinunciare a tale diritto in favore di altri eredi, incluso il proprio figlio: la legge intende, infatti, proteggere specificatamente il beneficiario designato senza possibilità di trasferimento o rinuncia.

Supponiamo che a seguito della morte di un genitore, il coniuge sopravvissuto desideri rinunciare alla pensione di reversibilità a favore del figlio. Nonostante le buone intenzioni, questa rinuncia non sarebbe ammissibile secondo la legge italiana.

La protezione offerta dalla pensione di reversibilità è concepita per essere diretta e personalmente fruibile dai beneficiari legittimi, senza che questi possano disporne a favore di terzi.

In casi del genere, al genitore beneficiario della pensione del defunto non resterà altro che fare periodicamente un bonifico al figlio a titolo di donazione, versandogli così quanto ricevuto a titolo di pensione di reversibilità.

Fonte : https://www.laleggepertutti.it – 16 Aprile 2024 – Autore: Angelo Greco


Luciana Gennari

Nata a Roma il 7 febbraio 1953Vive a Roma

Persona con Disabilità per Ischemia cerebrale. Mamma di tre ragazzi. Raffaello: il figlio dell’amore, il figlio del desiderio e il figlio della scelta. Simone il figlio del desiderio ha una gravissima disabilità dalla nascita. Francesco il figlio della scelta, di anni 30, con patologia schizofrenica (malattia invisibile), morto il 26 novembre 2021. Già Presidente della Consulta per i Diritti delle Persone con Disabilità – Municipio IX ROMA EUR – Comune di Roma, dalla sua istituzione nel 1999 ad oggi, fino alla morte del proprio figlio. In questa Rubrica si potrà parlare di disabilità motoria, sensoriale, intellettiva e mentale, perché farlo dà la possibilità a chi ci circonda di confrontarci ed aiutarci. Sarà un impegno prezioso per un gesto di servizio e di solidarietà autentica.

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