a cura della Redazione “Curiosando Auto d’epoca”


La Fiat 131, presentata al Salone dell’Automobile di Torino nell’autunno del ’74, nacque in un periodo difficile per l’economia europea e per la Fiat in particolare. La crisi petrolifera, scoppiata a causa della guerra del Kippur (novembre 1973), facendo salire alle stelle il prezzo del carburante mise, di fatto, al bando le vetture sportive o troppo assetate. L’elevata inflazione, causata dall’aumento dei costi energetici, aveva scatenato scioperi selvaggi e contestazioni che avevano, più volte, paralizzato la produzione della casa torines

L’allungamento conseguente dei tempi di consegna favorì l’espansione dei concorrenti stranieri che, in certi casi (come, ad esempio, Peugeot), potevano offrire motori diesel più adatti al clima economico. Il quadro descritto influì notevolmente sul progetto, avviato prima della crisi, dell’erede della valida, ma vecchia, 124. Per compensare queste mancanze, la nuova nata doveva offrire solidità, comfort, finiture accurate e sicurezza di buon livello, elementi poco presenti sulla progenitrice e anche su molte altre vetture della concorrenza.

FIAT 131 – LA PRIMA SERIE

A metà ottobre 1974 nasce la nuova media di casa Fiat: si tratta della 131, che va a rimpiazzare nei listini la Fiat 124. Per la prima volta la Fiat abbandona la sigla unicamente numerica per far posto anche al nome dello stabilimento d’assemblaggio della 131: Mirafiori. Dalla 124 riprese i motori, con un asse a camme laterale e distribuzione ad aste e bilancieri e lo schema meccanico piuttosto convenzionale: trazione posteriore, avantreno a ruote indipendenti e retrotreno ad assale rigido. Il passo più lungo (2,490 m contro i 2,420 m della 124) concede una migliore abitabilità interna. Al momento del debutto la 131 è disponibile con due motori: un 1297 cm³ con 65 CV DIN, derivato dal 1197 cm³ della 124, ed un 1585 cm³ con 75 CV DIN derivato dal 1438 cm³ di egual potenza della 124 Special. La gamma era composta da undici varianti diverse con due allestimenti e tre tipi di carrozzeria. Era inoltre possibile accessoriare la 131 con alcuni optional, come il cambio manuale a 5 marce (solo per le Special), l’automatico GM a 3 rapporti, il condizionatore d’aria, i sedili in velluto e molti altri. Per quanto riguarda invece i tipi di carrozzeria, troviamo la berlina a 2 porte (che di fatto rimpiazza la 124 Sport Coupé), pensata maggiormente per i mercati del Nord Europa; berlina a 4 porte, d’impostazione classica; per concludere troviamo la station wagon a 5 porte, denominata “Familiare”, pensata per la famiglia e per i grossi carichi, rimpiazzava la 124 Familiare.

Notevole anche il grado di sicurezza passiva: secondo i crash test condotti dalla Fiat, la 131 era un’auto molto sicura, tanto che ottenne, con la sola modifica dei paraurti ad assorbimento d’energia brevettati dalla Reynoolds Aluminium – Holland, l’omologazione sul mercato USA dove, dal 1978 solo nello stato della California venne venduta col nome di Brava e “Superbrava” grazie ad un motore più potente.

FIAT 131 – LA SECONDA SERIE

Al Salone di Ginevra del 1978 debutta la seconda serie della 131: a cambiare furono il frontale, adesso con i fari non differenziati dal livello di allestimento, ma secondo le motorizzazioni (doppi circolari di diametro diverso per la Racing, di uguale diametro per le diesel e rettangolari per le altre), nuova mascherina e cofano motore liscio; la coda con nuovi gruppi ottici maggiorati; i paraurti, che in alcune versioni sono completamente in plastica; la fiancata, con nuove maniglie porta e profilo laterale in gomma; gli interni, più curati e meglio rifiniti rispetto alla prima 131.

Con la nuova 131, riapparvero i motori bialbero, assenti su questa fascia dell’offerta Fiat dai tempi della 124 Special T. La gamma adesso comprendeva nuovi motori e nuovi allestimenti: alla base troviamo il Mirafiori L, con allestimento esterno piuttosto semplice (paraurti in plastica/metallo e cerchi in lamiera di nuovo disegno) e allestimento interno molto simile a quello della Mirafiori del 1974; Mirafiori CL, più ricco, con interni di nuovo disegno, sedili in sky (finta pelle) oppure a richiesta in panno o velluto, e allestimento esterno uguale alla Mirafiori L.

La novità più eclatante, è, come detto prima, il ritorno dei motori bialbero: a questo proposito, nasce il nuovo allestimento “Supermirafiori”, molto più ricco internamente ed esternamente rispetto alle Mirafiori: sedili in velluto, panno o tessuto con appoggiatesta posteriori e cambio a 5 marce di serie per tutte. Esternamente è subito distinguibile dalle Mirafiori, grazie ai nuovi cerchi “a quadrifoglio” in lamiera stampata, elemento caratteristico delle Supermirafiori, ai paraurti interamente in plastica e per le targhette identificative.  Nel settembre 1978 la gamma delle versioni a due porte viene ampliata dalla Racing, una versione elaborata sportivamente: a spingerla ci pensa il bialbero di 1995 cm³ da 115 CV (preso in prestito dalla 132) che porta la Racing ad una velocità massima di 180 km/h.

FIAT 131 – LA TERZA SERIE

Nel 1981 venne introdotta la terza serie; a cambiare furono ancora i paraurti, i gruppi ottici posteriori e gli interni. Le Supermirafiori, inoltre, adottarono cerchi con anelli cromati e ampie fasce laterali paracolpi, mentre la Mirafiori (resta solo la CL, la L con la terza serie non è stata riproposta) conserva i paraurti misti (metallo/plastica). Sparì definitivamente la carrozzeria a 2 porte, mentre gli allestimenti rimasero due: Mirafiori CL e Supermirafiori.

Come sempre, le Supermirafiori proponevano un ricco allestimento, comprendente selleria in velluto, volante regolabile, appoggiatesta posteriori e per la prima volta alzavetri elettrici, chiusura centralizzata e per le 2000/TC e 2500 D Supermirafiori anche il servosterzo. Da notare che la nuova cilindrata 1367 cc per la fiscalità italiana le consentiva di rimanere nella categoria dei 15 CV fiscali e di beneficiare quindi della tassa di circolazione delle altre 1300, per questo motivo sul mercato italiano le 131 motorizzate con il 1367 cc continuarono a chiamarsi 1300 mentre all’estero, dove il discorso fiscale non aveva influenza, venivano identificate come 1400 grazie alla cilindrata più vicina ai 1400 che ai 1300.

Nel maggio 1981 entrò in produzione un piccolo lotto di 131 Supermirafiori Volumetrico Abarth, con carrozzeria a quattro porte, motore 2000 con compressore a lobi (140 CV) e marchietti Abarth. Questo modello, disponibile solo in colore grigio argento metallizzato, rimase in commercio per meno di un anno, con una produzione stimata di circa 200 esemplari. Nel 1983, con l’introduzione della Regata, la 131 berlina uscì di listino, mentre proseguì la produzione delle Station Wagon, ora denominate 131 Maratea.

Le Maratea uscirono di produzione nel 1985, rimpiazzate dalle Regata Weekend.