a cura della Redazione “Ludoteca Web”

Gioco di corse ambientato negli anni ’60 tra motori in fiamme e uscite di pista. La Days of Wonder, con gli autori Asger Harding Granerud (Flamme Rouge) e Daniel Skjold Pedersen, assieme all’illustratore Vincent Dutrait, sforna questo gioco di corse competitivo per 1-6 giocatori, basato su gestione mano.

Come si gioca a Heat: Pedal to the Metal

Si sceglie una pista e ogni giocatore prende il mazzo di carte personale. Le carte sono di tre tipi principali:

  1. le carte Velocità hanno in alto un numero, che determina le caselle di spostamento della macchina sulla pista;
  2. le carte Stress hanno un “+”, che fa pescare dal mazzo fino a scoprire una carta utile per il movimento (è quindi un movimento casuale); non possono essere scartate dalla mano, ma solo giocate;
  3. le carte surriscaldamento (Heat) che a inizio partita sono tutte nel motore e che non possono essere né scartate, né giocate dalla mano, andandola a ingolfare.

Il round è strutturato in questo modo:

  • ciascuno seleziona segretamente la marcia della sua auto, che a sua volta stabilisce quante carte dovrà obbligatoriamente giocare dalla mano; scalare di una marcia non porta conseguenze, ma scalare di due fa spostare una carta Heat dal motore agli scarti; a questo punto ogni giocatore scopre le carte e si risolve il turno a partire dal giocatore in testa alla corsa e procedendo in ordine di pista;
  • il giocatore risolve la velocità delle carte, data dalla loro somma: se si supera una curva con una velocità eccessiva rispetto al valore indicato, si mettono negli scarti carte Heat pari alla differenza;
  • è possibile accelerare ulteriormente (boost), pescando una carta a caso dal mazzo, al prezzo però di una carta Heat; le auto non fanno “tappo”, per cui si può sorpassare senza problemi;
  • ora è il momento del sorpasso in scia: se si termina il movimento subito dietro o a fianco di un rivale, lo si supera in automatico andando avanti di due caselle;
  • infine il giocatore può scartare dalla mano tutte le carte che vuole (tranne quelle proibite, ovvero le Heat e le Stress), e ripesca fino ad avere una mano di sette.

Vince chi taglia per primo il traguardo (o chi arriva più lontano, se lo taglia più di un’auto).


Materiali

Ottimi. Le carte sono robuste e in ogni caso vanno imbustate visti i frequenti rimescolamenti. L’organizer è in ogni caso in grado di contenere anche le bustine e c’è lo spazio già per settimo e ottavo giocatore, che arriveranno probabilmente in una prossima espansione. Particolarmente ispirato l’artwork, in bilico tra l’effetto retrò che vuole convogliare, la leggibilità complessiva e le splendide illustrazioni. Nella scatola sono compresi due tabelloni fronte/retro per un totale di quattro circuiti.

Ambientazione

Non conosco bene la Formula 1 in generale e men che meno quella rappresentata dal gioco. Perciò non vi so dire se effettivamente l’andamento della partita rispecchi quelle gare o se il problema del surriscaldamento del motore fosse vero o meno. Quello che so per certo è che la tensione della gara, tra sorpassi, recuperi, fughe e imprevisti è resa molto bene.

Heat: poche regole per tanto da pensare

Sebbene più complicato di Flamme Rouge – precedente e premiato gioco di Asger Harding Granerud – Heat mantiene comunque un cuore di regole assolutamente abbordabile dalla maggior parte non solo dei giocatori, ma anche dalle famiglie. I regolamenti che trovate nella scatola sono infatti due: uno base e uno che apporta quattro moduli di modifica.

Ma, anche nel base, ci sono cose che faranno scricchiolare le vostre rotelle mentali. La principale e, in fondo, quella attorno a cui ruotano tutte le altre, sono le carte Heat. La gestione di questo mazzetto, tra curve e boost per aumentare la velocità, è il cuore del sistema e ciò che va amministrato con più lungimiranza.
La paura di prendere troppe carte Heat vi farà infatti restare indietro, mentre sprecarne troppe vi toglierà opzioni nella seconda metà della gara. Ma anche i sorpassi in scia e i piccoli bonus dati a chi è indietro denotano una cura del gameplay a tutti i livelli e la volontà di fornire sempre una gara incerta e tesa.
Certo, spesso molti sorpassi avvengono proprio a ridosso delle curve o tra una curva e l’altra, quando il gruppo si ricompatta e ciò potrebbe stridere un po’ con l’ambientazione, ma direi che è un peccato veniale: in fondo non vuole essere un simulativo.

I moduli aggiuntivi

Il più interessante e quello che vi consiglio di inserire subito, se siete giocatori un minimo abituali, è quello dei potenziamenti. Invece di partire con automobili tutte identiche, si fa un draft, a inizio partita, inserendo nel proprio mazzo tre carte differenti che impattano su diversi aspetti della gara. Il modulo del meteo va invece a variare in molteplici punti le condizioni della pista, ad esempio rendendo una curva più pericolosa o proibendo il sorpasso in un tratto specifico. L’ho trovato utile solo dopo diverse gare sulla stessa pista, per cambiare un po’ gli approcci. Gli sponsor danno carte usa-e-getta molto forti, se il pilota fa una specifica cosa in gara, di solito qualcosa di spettacolare, come un sorpasso multiplo o passare una curva a velocità maggiore di quella indicata. È un altro sistema simpatico e rapido per variare un po’ la gara e stimolare i giocatori a rischiare di più. Infine, il modulo campionato permette di giocare più gare di fila mantenendo alcuni potenziamenti della vettura e gestendo gli sponsor in base ai risultati ottenuti. I bot sono fatti non solo benissimo, ma sono anche semplicissimi da utilizzare. Qui davvero devo fare un plauso all’autore: in tanti giochi ci sono pagine e pagine per gestire un automa, mentre in Heat, con due righe di regole e un mazzetto di carte, ti mettono davanti avversari tosti che rendono la gara viva anche con meno di tre giocatori, fino al solitario. Tanto di cappello.

Target

Grazie a una base abbastanza semplice (è più complesso di Flamme Rouge, in questo caso diciamo che siamo dalle parti dei family+) e moduli aggiuntivi facoltativi, Heat si rivolge a un pubblico ampio, nascondendo la sua complessità in poche regole e fornendo anche ai giocatori abituali un gioco alla loro altezza.

Fonte : “goblins” – articolo di Agzaroth


Le pubblicazioni di “Natale In … Giochi sotto l’albero – ed. 2023”

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