a cura della Redazione “Art-in-Work”

Verso la fine del Medioevo il ruolo dominante della Chiesa nella vita delle persone iniziò a declinare. La frequentazione di alcune funzioni religiose rimaneva obbligatoria per legge, ma la Riforma protestante, e il conseguente rifiuto di rappresentazioni figurative e spettacoli nelle chiese, contribuì in qualche modo a sminuire la grandiosità delle funzioni di Natale. Durante l’epoca elisabettiana (1558-1603) i “giorni sacri” (holy days) continuarono ad essere il soggetto principale delle “festività” (holidays, termine ora usato per la prima volta), ma vi erano anche attività non religiose che si affermarono come tradizioni popolari. Ad esempio l’Avvento era stato in passato un periodo di digiuno prima del Natale, che iniziava nel giorno di Sant’Andrea, il 30 novembre. Ora, invece, diventò più che altro un conto alla rovescia per le feste natalizie, che duravano ancora dodici giorni. Molti più bambini ora frequentavano le scuole rispetto al Medioevo, e venivano loro concesse due settimane di vacanza.

Lo scambio di doni continuò, così come l’idea che questo fosse un periodo dell’anno in cui praticare atti di carità. La tradizione dello scambio di regali il 1° gennaio rimase forte, portata avanti anche dalla regina d’Inghilterra in persona, Elisabetta I, che riceveva regolarmente gioielli, abiti stravaganti e ventagli di piume dai suoi corteggiatori. I più poveri si scambiavano in regalo spille, guanti e frutta.

Il cibo era forse la parte delle feste più attesa, ed in questo periodo il banchetto di Natale raggiunse livelli di stravaganza tali da richiedere un impegno molto più grande al cuoco della casa. Per questa ragione, l’inizio delle vacanze venne spostato alla “Vigilia” di Natale, il 24 dicembre, di solito al tardo pomeriggio di questo giorno. In questo momento storico, il 25 dicembre aveva ormai preso il posto della Dodicesima Notte come giorno più importante del periodo dal punto di vista dei festeggiamenti privati.

Nelle case, decorate con sempreverdi e candele, i banchetti includevano molta carne e pesce, essendo cibi ancora rari sulle tavole negli altri periodi dell’anno. Torte salate, torte di frutta speziate, noci e brawn (l’equivalente della soppressata) erano molto popolari, così come il vin brulé, una bevanda alcolica speziata che veniva solitamente bevuta da una ciotola marrone con l’accompagnamento di canzoni. La popolarità dei giochi (soprattutto le carte) e degli intrattenimenti continuò come prima. Le norme sociali erano allentate, così come la maggior parte della gente ormai si aspettava. Scambiare i ruoli tra uomini e donne, lasciare che gli apprendisti comandassero i maestri, ed eleggere due persone comuni come “re e regina della festa” causavano grande ilarità, ed erano occasioni per la gente comune di dimostrare il proprio umorismo; i due “sovrani” erano scelti poiché avevano trovato un fagiolo e un pisello all’interno di una torta speziata.

Il Natale era un’opportunità per viaggiare e visitare i luoghi rinomati del regno. Senza strade pubbliche, si viaggiava lenti e scomodi a cavallo o in carrozza; tuttavia, i più intrepidi potevano visitare luoghi d’interesse come la nave Golden Hind di Francis Drake a Londra, che aveva completato il primo viaggio inglese di circumnavigazione del globo (dal 1577 al 1580). Gli sfavillanti gioielli della corona presso la Torre di Londra erano un’altra attrazione molto popolare nel periodo Tudor.

Il nome stesso del Natale venne preso di mira durante la Riforma protestante inglese, quando i riferimenti alla messa cattolica diventarono sgraditi all’interno della Chiesa anglicana. Il Natale fu seriamente minacciato dalle teorie dei Puritani, estremisti cristiani che preferivano digiunare durante il giorno di Natale. Per la fortuna di tutti, la decisione di cancellare per legge il Natale fu rovesciata nel 1660. La festa fu ripristinata e si affermò come la più importante dell’anno, rimpiazzando in questo ruolo la Pasqua.

Fonte : “worldhistory”



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