a cura di Luciana Gennari


Chi può fare domanda per essere riconosciuto invalido? Come avere protesi mediche gratuite? Come funziona l’iscrizione nelle categorie protette?

L’invalidità civile è riconosciuta a tutti coloro che, a causa delle proprie patologie, presentano una capacità lavorativa ridotta (se sono in età da lavoro) oppure hanno difficoltà a svolgere gli atti tipici della propria età (in tutti gli altri casi).

Il riconoscimento dello status di invalido spetta alla commissione medica Inps, la quale valuta le condizioni di salute di coloro che presentano domanda. In questo contesto si pone il seguente quesito: quali sono i diritti di chi è invalido al 46%?

Prima di rispondere a questa domanda occorre fare una precisazione: l’invalidità civile è espressa in percentuali che indicano la gravità delle condizioni in cui versa un determinato soggetto.

La percentuale minima è pari al 34%, al di sotto della quale una persona non è considerata invalida. Un’invalidità civile del 46% equivale quindi a un grado medio-basso, a cui corrispondono benefici minori rispetto a quelli che spettano, ad esempio, a un invalido totale. Approfondiamo quanto detto sino a questo momento.

Quando si è invalidi civili?

Una persona è invalida civile quando la commissione medica dell’Inps ritiene che, a causa di patologie congenite o acquisite, sussista:

  • una riduzione della capacità lavorativa almeno superiore a un terzo, se si tratta di soggetti in età da lavoro (età 18-67 anni);
  • una difficoltà persistente a svolgere gli atti tipici della vita in relazione all’età, qualora la richiesta provenga da minorenni e da ultra-sessantasettenni.

L’invalidità civile, quindi, può essere riconosciuta a chiunque: in base all’età, però, la commissione dovrà valutare diversi requisiti.

Quali sono i diritti degli invalidi civili?

diritti degli invalidi civili variano in ragione della percentuale riconosciuta dalla commissione medica: più alto è il grado di invalidità, maggiori sono i benefici e le agevolazioni attribuiti.

Ad esempio, solamente agli invalidi con una percentuale medio alta (superiore al 74%) spetta una prestazione economica mensile.

Ciò però non significa che agli altri invalidi non spettino agevolazioni significative. Vediamo quali sono quelle riservate a chi è invalido al 46%.

Quali sono i diritti degli invalidi al 46%?

Di seguito i diritti di chi è invalido al 46%:

  • accesso gratuito a protesi, ortesi e ausili tecnologici per la promozione dell’autonomia del malato. Si pensi all’apparecchio acustico per chi ha problemi di udito oppure al collare cervicale, ad esempio;
  • iscrizione alle liste del collocamento mirato (cosiddette “categorie protette”) al fine di un più facile inserimento nel mondo del lavoro. Le aziende sono infatti obbligate a prevedere delle “quote di riserva” per persone invalide.

Accesso gratuito alle protesi mediche: come fare?

Per ottenere protesi e ausili gratuiti, il soggetto che è stato dichiarato invalido al 46% deve presentare una richiesta alla propria Azienda sanitaria locale.

La domanda deve essere accompagnata, oltre che dal verbale dell’Inps (o dal provvedimento giudiziario) che riconosce l’invalidità, dalla prescrizione di un medico specialista, dipendente o convenzionato con il Servizio sanitario nazionale, che attesti la necessità del dispositivo per la realizzazione di un piano riabilitativo-assistenziale.

In buona sostanza, l’invalido al 46% può accedere gratuitamente alle protesi e agli ausili medici solamente se ne ha realmente necessità, sempreché gli stessi siano collegati alle patologie valutate al fine del riconoscimento dell’invalidità civile.

Carlo, affetto da ipoacusia, ha diritto all’apparecchio acustico gratuito se è stato riconosciuto invalido al 46%.

Matteo, invalido al 46% per problemi di udito, non può avere gratuitamente un busto ortopedico per la schiena.

Una volta ricevuta l’autorizzazione dall’Asl, l’invalido al 46% può:

  • rivolgersi a qualunque officina ortopedica accreditata per la fornitura dei dispositivi su misura;
  • acquistare e ottenere direttamente dall’Asl i dispositivi.

L’iscrizione nelle categorie protette

L’invalido civile al 46% ha diritto all’iscrizione al collocamento mirato all’interno delle cosiddette categorie protette, così denominate perchè godono di una corsia preferenziale ai fini dell’assunzione.

Infatti, il datore di lavoro (pubblico o privato che sia) ha l’obbligo di assumere persone inserite nelle categorie protette in questa misura:

  • il 7% dei lavoratori occupati in aziende che impiegano più di 50 dipendenti;
  • due lavoratori per aziende che impiegato tra 36 e 50 dipendenti;
  • un lavoratore per aziende che impiegano tra 15 e 35 dipendenti.

I profili da impiegare vengono selezionati dalle liste in possesso ai Centri per l’impiego e dove le persone con disabilità devono iscriversi.

La graduatoria del collocamento mirato prende in considerazione alcuni parametri, come l’anzianità di iscrizione, il carico familiare, la difficoltà nella locomozione, la situazione economica, la percentuale di invalidità e altri elementi individuati dalla singola Regione.

Le aziende hanno la possibilità di conteggiare, nella quota di riserva destinata alle categorie protette, i lavoratori che diventano disabili dopo l’assunzione o quelli disabili assunti non con il collocamento mirato.

Fonte : https://www.laleggepertutti.it/ – Autore: Mariano Acquaviva – 7 Aprile 2024 


Luciana Gennari

Nata a Roma il 7 febbraio 1953Vive a Roma

Persona con Disabilità per Ischemia cerebrale. Mamma di tre ragazzi. Raffaello: il figlio dell’amore, il figlio del desiderio e il figlio della scelta. Simone il figlio del desiderio ha una gravissima disabilità dalla nascita. Francesco il figlio della scelta, di anni 30, con patologia schizofrenica (malattia invisibile), morto il 26 novembre 2021. Già Presidente della Consulta per i Diritti delle Persone con Disabilità – Municipio IX ROMA EUR – Comune di Roma, dalla sua istituzione nel 1999 ad oggi, fino alla morte del proprio figlio. In questa Rubrica si potrà parlare di disabilità motoria, sensoriale, intellettiva e mentale, perché farlo dà la possibilità a chi ci circonda di confrontarci ed aiutarci. Sarà un impegno prezioso per un gesto di servizio e di solidarietà autentica.

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