a cura del Dr. Claudio Pagliara – Oncologo, esperto di Medicina Olistica


La medicina olistica, è l’unica medicina che può fare i miracoli. La medicina olistica è la vera Medicina, quella con la M maiuscola, e sarà sempre più la medicina del futuro. E’ l’unica medicina che può spiegare e riprodurre scientificamente e con la volontà i miracoli. I miracoli, quindi, esistono e si possono riprodurre.

Il termine “olistico” deriva dalla parola greca “holos” che significa il tutto, l’insieme, quindi, la medicina olistica si occupa sia della globalità dell’essere umano, visto nelle sue diverse dimensioni, sia del suo ambiente di vita e di lavoro. La medicina olistica è la vera medicina scientifica, perché é l’unica che parte dalla piena consapevolezza che non esiste una separazione fra l’uomo e la natura, fra la mente ed il corpo, fra lo spirito e la materia, fra la scienza e l’inconscio, ed è l’unica che sa che nulla succede per caso, che riesce a vedere l’essere umano nella sua interezza ed in rapporto al suo ambiente di vita e di lavoro. Ciascun individuo non è fatto di solo corpo, con l’aggravante spesso di un corpo considerato isolato dal contesto sociale ed ambientale, come spesso viene considerato il malato nella prassi del nostro ‘attuale modo di fare medicina. L’efficacia e l’efficienza nella prevenzione, diagnosi, cura e riabilitazione di qualsiasi malattia, dai tumori alle malattie dell’apparato cardiovascolare, dalle fratture al semplice raffreddore, è molto maggiore se non si limita l’attenzione al singolo organo od alla singola malattia, ma se ci si interessa del malato nella sua globalità e si pone attenzione al suo ambiente di vita e di lavoro.

Non si può certamente pensare di curare con la massima efficacia un sintomo od un organo come se fossero indipendenti dal resto del corpo e dall’ambiente. Esistono sempre più montagne di dati scientifici che dimostrano che le percentuali di guarigione di tutte le malattie, compresi i tumori, aumentano notevolmente con la medicina olistica. Non si può scientificamente pensare di esercitare il massimo dell’efficacia nel limitarsi a curare il sintomo o l’organo malato, come se fosse indipendente dal resto del corpo e dall’ambiente. Questo non solo perchè bisogna sempre affrontare le cause delle nostre malattie e dei nostri sintomi (togli la causa e l’effetto sparirà), ma anche perché è molto più efficace affrontare la soluzione dei malanni partendo da una visione globale del tutto. Il nostro corpo è il luogo sacro in cui tutte le interdipendenze sono narrate e leggibili, naturalmente con la giusta preparazione. La salute del nostro pianeta, del nostro ambiente, del nostro corpo, della nostra mente, del nostro spirito, dei nostri sogni, della qualità delle nostre relazioni affettive e sociali sono tutte collegate ed interdipendenti.

Spesso per far guarire un individuo bisogna curare i suoi valori errati, le sue convinzioni sbagliate, la sua noia, i suoi obiettivi fiacchi, inesistenti o negativi, i suoi affetti patologici, il suo ambiente di vita e di lavoro, il suo modo di essere e di vivere. In questa sede mi limiterò ad affrontare uno degli aspetti più importanti della medicina olistica: Il rapporto fra la mente ed il corpo. In base alle mie conoscenze mediche ed alla mia lunga esperienza di medico/oncologo, sono fermamente convinto che ogni essere umano ha dentro di sé un’energia più grande e sorprendente dell’energia scoperta dai fisici nell’atomo, e sono anche pienamente convinto che una parte importante di questa energia si può imparare a liberala ed a controllarla attraverso la conoscenze e la consapevolezza dello strettissimo rapporto fra la mente ed il corpo.

Mente e corpo sono  due facce inseparabili della stessa medaglia.

Se ancora attualmente uno dei più grossi errori della medicina, nella prevenzione, diagnosi e cura delle malattie, è il trascurare l’anima è perchè ci sono profonde motivazioni storiche che  lo hanno determinato.

Una di queste è sicuramente legata alla dialettica storica dello sviluppo scientifico in rapporto al potere della Chiesa. Mi limiterò in questa occasione a Cartesio, ritenuto da molti il fondatore della filosofia moderna . Siamo nel 1600, periodo in cui si sviluppa il metodo scientifico, grazie soprattutto a Galileo galilei.  Cartesio, per una forma di autocensura, più o meno consapevole, ricordiamoci che esistevano i tribunali dell’Inquisizione di cui era stato vittima anche lo stesso Galileo,  pone le basi per la nascita di una medicina senza anima. Vediamo di capire il compromesso fra le forze in campo in quel periodo storico.

Cartesio afferma che nel mondo esistono due diverse forme di realtà: la res cogitans e la res extensa.

La res cogitans, la cui essenza è l’anima,  il pensiero, e che non occupa spazio fisico e non può, quindi, essere divisa in parti più piccole. La res extensa è costituita dalla materia, questa occupa spazio e può essere divisa in parti più piccole, ma non è cosciente.  Le leggi della natura erano applicabili solo alla res extensa, quindi, al mondo fisico, al corpo dell’uomo ed agli animali, ma non alla res cogitans, cioè all’anima.  Il determinismo scientifico è, conseguenzialmente, valido solo per il mondo fisico e per il corpo, l’anima è invece dotata di libero arbitrio e non può essere oggetto di studi scientifici.

La medicina, di conseguenza, si sviluppa con la conoscenza della sola cosa che può conoscere con il metodo scientifico: il corpo senza la sua anima.  

La medicina, da allora in poi, ha perso l’anima ed ha sempre presupposto, più o meno consapevolmente, che non può conoscere l’uomo nella sua interezza.

Le principali conseguenze  dell’impostazione filosofica di Cartesio sono state:

1) il  solo corpo diventava di competenza dei medici;

2) l’anima restava di competenza esclusiva della Chiesa e dei preti;

3) questa impostazione Cartesiana permetteva di sviluppare una scienza finalmente libera dai condizionamenti religiosi.

4) questa impostazione creava  nel tempo  una visione di tipo meccanicistico e materialistico, con una conseguente frammentazione della scienza.

Le grandiose radici della nostra cultura hanno permesso lo sviluppo eccezionale della medicina, ma con il grave difetto di uno sviluppo prevalentemente meccanicistico e materialistico.

Ora, per dare la possibilità alla medicina di sviluppare le sue vere potenzialità e di  fare miracoli bisogna imparare a recuperare l’anima ed  a vedere l’essere umano nella  sua specificità, nella sua globalità e nel suo rapporto con l’ambiente di vita e di lavoro.

Nella medicina olistica è importante intervenire, a livello preventivo, diagnostico e curativo sulle diverse componenti dell’essere umano e sui  diversi livelli ambientali.

All’interno di questa impostazione  olistica si capisce chiaramente che il medico deve nesessariamente essere aperto ad ogni ramo del sapere, al fine di poter comprendere le interdipendenze e le interazioni fra le attività umane, l’ambiente e la salute.

L’ambiente, infatti,  penetra dentro di noi non solo con le bevande, con i cibi e con l’aria, ma anche con i suoni, i colori, i profumi, gli affetti, le parole e diventa parte di noi.

Anche l’ambiente immateriale, quindi, penetra in noi, si trasforma e diventa parte di noi.

Ad esempio le paroleoltre a cambiare il nostro cervello, cambiano il nostro corpo e ne lasciano traccia. Parimenti le emozioni, i sentimenti, gli stati d’animo prendono forma diversa nei diversi organi ed ogni cellula del nostro corpo ne risente.

Ogni organo, ogni cellula ed ogni punto del nostro corpo sa che esiste quella specifica emozione, quel particolare sentimento o stato d’animo e se ne ricorda.

Sogni, obiettivi, pensieri, immagini, emozioni, sentimenti e stati d’animo positivi diventano inevitabilmente  messaggi biochimici, elettrochimici ed elettromagnetici  corroboranti per ogni cellula del nostro corpo.

Viceversa, una tachicardia, un’extrasistole, un’ipertensione arteriosa, una colite spastica, una cefalea, un’emicrania, un mal di schiena, un dolore addominale etc. possono essere le tracce di emozioni, di sentimenti, di stati d’animo negativi che non siamo stati capaci di prevenire o di usare in modo produttivo.


Profilo del Dr. Claudio Pagliara

Claudio  Pagliara  nasce il 16 Agosto del 1952 a San Vito dei Normanni, piccola cittadina della provincia di Brindisi, dove attualmente vive e svolge l’attività di medico di medicina generale e di specialista in Oncologia. Avendo la passione per la medicina si impegna con entusiasmo e determinazione negli studi. Impara molto sui banchi di scuola e soprattutto  dell’Università di Bologna, dove si laurea nel 1978 con 110 e lode, dopo aver superato tutti gli esami, ad eccezione di uno, con il massimo dei voti. Ancora studente cura insieme alla dott.ssa Montanari Nicoletta, nel 1977, il primo libro scientifico in Italia sulla  “Tossicità dei farmaci” edito dalla CLUEB (Cooperativa Libraria Universitaria Editrice di Bologna) che ha avuto notevole successo. Infatti è stato più volte ristampato e usato in diverse Facoltà di Medicina e Chirurgia. E’ stato, in qualità di oncologo, Consulente tecnico d’Ufficio del Tribunale di Brindisi. Presidente del L’ARCA (Associazione di Assistenza e di Ricerca sul Cancro) ha assistito gratuitamente centinaia di pazienti con tumore in fase terminale.

Ha effettuato numerose pubblicazioni scientifiche, è stato relatore in un gran numero di convegni scientifici ed ha svolto diverse docenze. Ha svolto, come “mmg” (medico di medicina generale) autorizzato a condurre sperimentazioni cliniche, attività di ricerca, in uno studio multicentrico, dal titolo “Rischio&Prevenzione”, della durata di 5 anni, per l’Istituto Mario Negri . I risultati sono stati pubblicati anche su una delle più prestigiose e autorevoli riviste medico-scientifiche come il il New England Journal of Medicine. Ha svolto attività di ricerca con La Fondazione Europea di Oncologia e Scienze Ambientali “B. Ramazzini”, finalizzata alla realizzazione di alcuni registri tumori. E’ stato, inoltre, componente del Comitato Scientifico Nazionale della Legambiente, capo scout, medico volontario in Kenia e medico volontario presso una comunità per tossicodipendenti : La ComunitàEmmanuel. Ha istituito, in collaborazione con la Fondazione Europea di Oncologia di Bologna, il Gruppo Oncologico dell’Italia Meridionale ed altri, il Registro Tumori del Comune di San Vito dei Normanni dal 1960 e del Comune di Brindisi dal 1990.


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