a cura della Redazione “Appuntidiviaggio”

Ancora una volta si è ripetuto l’incantesimo del fiume di fuoco che attraversa tutta Agnone, da nord a sud, lungo il corso principale. Migliaia come ogni anno, i visitatori che hanno raggiunto l’Altomolise per guardare il più famoso rito del fuoco dell’Europa. Un rito secolare che risale alla notte dei tempi. Tra gli spettatori anche il ministro alla Cultura Sangiuliano, oltre che autorità politiche e militari. Presenti anche le troupe televisive italiane e straniere. Oramai la Ndocciata è diventata un simbolo della cultura occidentale. è la “tradizione natalizia legata al fuoco” più imponente che si conosca al mondo. Chi ha avuto la fortuna di assistere a questa spettacolare e suggestiva processione di fiamme e scintille, racconta di una lunga, interminabile emozione poco descrivibile se non vissuta, per l’appunto, dal vivo. L’origine della tradizione del fuoco che “infiamma” Agnone si perde nella notte dei tempi.

Le radici della tradizione risalgono all’epoca romana, al tempo della tribù del Sannio; i Sanniti usavano ‘ndocce come fonte di luce durante gli spostamenti tribali che si verificavano durante la notte. La tradizione da allora, dopo il XVIII secolo, è stata tramandata dai contadini che cercavano di illuminare il percorso dei vari quartieri per raggiungere le numerose chiese nella notte di Natale. Ulteriori differenti credenze sono state accostate alla ‘Ndocciata nel corso degli anni; per esempio, se il vento soffiava da nord durante i falò ci si aspettava un buon anno. Durante il Medioevo, si credeva, inoltre, che il fuoco aiutasse ad allontanare le streghe, mentre secondo altri studi, questo rito era legato ad antichi riti della rinascita della luce, collegati al solstizio d’inverno. Vi sono ulteriori ipotesi per cui la ‘ndocciata fosse legata a un sincretismo in cui al centro erano il fuoco e i culti arborei.

Le “‘ndocce” (torce) hanno una forma a “ventaglio” (raggiera) e sono fatte utilizzando l’abete bianco reperito nel bosco di Montecastelbarone; vi possono essere torce singole o multiple, che arrivano fino a 20 fuochi. Le contrade di Agnone che partecipano alla ‘ndocciata sono cinque (Capammonde e Capabballe, Colle Sente, Guastra, Sant’Onofrio, San Quirico) e le file sono costituite ognuna da centinaia di portatori di torce vestiti in abiti tradizionali (cappe), che sfilano per il corso principale del paese illuminandolo con una lunga scia di fuoco. Vi sono cori ed esibizioni di zampognari per le vie di Agnone, oltre a competizioni per stabilire quale sia la più grande e la più bella “‘ndoccia”. La processione si conclude con un falò chiamato “Falò della Fratellanza” a Piazza Plebiscito dove vi è un presepe.


Le pubblicazioni di “Natale In … Tradizioni e Costumi – ed. 2023”

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