a cura di “Fabrizio Caramagna”


Ci sono momenti che hanno bisogno delle lacrime quanti il terreno ne ha della pioggia
A volte le lacrime sono necessarie per liberare gli occhi da certe immagini.
Piango. Come si piange una perdita prima che avvenga, come si piange quando qualcuno pronuncia il nostro nome e poi scappa, senza darci nessuna possibilità.
La commozione che ti sale al bordo degli occhi, e tu cerchi di respirare per rimandarla indietro. E poi quando non ti vede nessuno ti passi la mano sulla faccia e provi a parlare con la tua anima chiedendole un po’ di tregua.
Tu non lo sai, ma sulle tue guance piene di lacrime una goccia sta già risalendo la corrente.
Come quando piangi ma non vuoi arrenderti.
L’occhio destro produce una lacrima di delusione, quello sinistro una lacrima di speranza e c’è una specie di incontro di correnti opposte sul viso.
I malinconici hanno tasche spaziose per metterci le lacrime e maniche lunghe dove infilare sogni e nostalgie.
Tre lacrime caddero davanti a lui, una per colei che l’aveva dimenticato, due per i sogni che l’avevano abbandonato, e tre per per coloro che lo avrebbero trovato in quelle condizioni.
Siamo ciò che disegniamo sul viso.
Sorriso dopo lacrima.
Giorni in cui l’unica carezza morbida e lenta sul viso è quella di una lacrima.
Una sola goccia tra le ciglia, a mimare un pianto rimasto impigliato dentro.
Quando le lacrime non scivolano sul volto, ma vanno tutte in gola. Non c’è dolore più forte.
Niente come una lacrima è capace di tagliare in due una prospettiva.
Le lacrime dei bambini brillano come, dopo un acquazzone, i fili d’erba nel prato
Un giovane che piange è una sfida. Un vecchio che piange, una resa.
Le lacrime sono sempre state più facili da versare che da spiegare
Il cuore non poteva parlare. E fu così che nacquero le lacrime.
Le nostre lacrime qualche volta ci hanno punito di averle asciugate troppo in fretta.
Perché dovrei calcolare la mia età in anni se i miei capelli hanno pochi mesi, la mia abbronzatura poche settimane, il bordo delle mie unghie qualche giorno e le mie lacrime di oggi sono fatte con l’acqua che ho bevuto ieri?
Quando l’acqua delle lacrime evapora, lascia allo scoperto tutta la terra della delusione e della tristezza.

Fabrizio Caramagna, conosciuto anche come “ricercatore di meraviglie”, è uno degli autori italiani più citati e lo scrittore di aforismi (vivente) più citato al mondo.

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