a cura della Redazione “A spasso per l’Italia”

L’alloro è pianta tipica delle festività liguri, simbolo di pace e prosperità, ecco perché si usa a Natale.

Decorare tavole e presenti con l’alloro durante le feste natalizie è un’usanza abbastanza diffusa. Questa affonda le sue radici nella tradizione, o meglio dire nel passato. Infatti, prima che l’abete entrasse a far parte del Natale, la pianta protagonista delle feste, almeno in Italia, era proprio l’alloro.

Sempreverde tipico della macchia mediterranea, era diffuso in tutta la penisola e quindi facile da reperire. Nel corso del tempo, però, nuove mode hanno guadagnato spazio e la pianta ha perso molta della sua popolarità, ma non in Liguria. Qui l’alloro è ancora la pianta del Natale: durante le feste le decorazioni profumano le case e grandi ceppi della pianta bruciano nei camini e nei falò di strada in segno di buon auspicio.

La pianta d’alloro è protagonista di molte leggende e credenze popolari. Nella mitologia greca era l’albero consacrato al dio Apollo e pianta legata alle arti. Già in epoca romana corone di alloro fregiavano il capo di coloro che si distinguevano, come simbolo di coraggio e vittoria. Più in generale, questa pianta ha una lunga tradizione di utilizzo come decorazione perché si credeva portasse felicità.

E proprio come simbolo ben augurante si utilizza ancora in Liguria, durante le feste natalizie, con il significato più ancestrale di pace e prosperità.

“U cimello” e il rito del pandolce

Nelle case genovesi in passato le famiglie, anziché l’abete, usavano adornare “u cimello”, ovvero un grande ramo d’alloro. Da tradizione, sui rami si legavano con nastrini rossi e bianchi – i colori della città di Genova- le tipiche decorazioni. Al fine si usavano arance, mandarini, dolci e frutta secca, in specie i fichi, le noci, simbolo di denaro e prosperità, e prugne secche, a Genova chiamate “damasco” per l’originale provenienza siriana.

Ancora, il “cimello” d’alloro è protagonista di un’altra tradizione legata al dolce natalizio genovese: il pandolce. Il giorno di Natale si usa servirlo con un ramo d’alloro piantato nel centro per augurare a tutta la famiglia pace e fortuna. Il membro più giovane ha poi il compito di togliere il rametto e tagliare il dolce, quello più anziano la responsabilità di servire le porzioni ai commensali, ricordando di tenerne da parte una fetta per i poveri, come da rito.

Il valore del fuoco nel Natale genovese

Oltre che da usare negli addobbi casalinghi, l’alloro era anche il legno favorito da bruciare al caminetto durante i giorni di festa. Si credeva che il fuoco esercitasse un’azione purificatrice e propizia e il focolare era preparato, infatti, con grande attenzione. Era nella tradizione ligure scegliere un grosso ceppo d’alloro che bruciasse, insieme a legno di ulivo e cosparso da rami di ginepro, dalla sera della Vigilia di Natale, fino all’Epifania e a Capodanno.

Fonte : “INnaturale” articolo di Elza Coculo


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