a cura della Redazione “Ars & Cultura”


Lorenzo de Medici detto il Magnifico fu alle redini dello Stato di Firenze dal 1453, inizialmente insieme al fratello Giuliano, dal 1478 da solo, sostanzialmente consolidando quel potere personale, tirannico ma informale, le cui basi erano state poste dal nonno Cosimo (detto il vecchio) e confermate dal padre Piero. Come loro, inoltre, Lorenzo si dedicò anche alla promozione delle arti e della cultura, con l’importante differenza che fu un importante poeta egli stesso. Morì nel 1492 a soli 43 anni per via di complicazioni dovute alla gotta.

Il Corinto – Lorenzo de’ Medici non era soltanto un politico ma anche un uomo di lettere: a quindici anni scrisse il suo primo componimento, un’operetta pastorale intitolata il Corinto, nonché vari sonetti e canzoni di tema amoroso che si svilupperanno in seguito nel Canzoniere.

Canzoni e canti, poemetti satirici e filosofici – L’opera di Lorenzo il Magnifico comprende inoltre canzoni e canti, poemetti satirici e filosofici. Altre opere filosofiche scaturirono dai rapporti tra Lorenzo ed il filosofo neoplatonico Marsilio Ficino, in passato protetto da suo nonno.

Raccolta aragonese – Di grande importanza è inoltre la Raccolta aragonese, che raccoglie alcune tra le più importanti composizioni poetiche in lingua toscana sin dal XIII secolo, ma che includeva alcune poesie dello stesso Lorenzo: l’intento era quello di rivendicare per il toscano un ruolo di modello linguistico dominante.

Comento de’ miei sonetti – Il tema dell’egemonia della lingua toscana nella cultura italiana, molto caro a Lorenzo, sarebbe tornato nel Comento de’ miei sonetti, iniziato nel 1480, una parafrasi in prosa dei suoi vecchi sonetti amorosi, nel cui proemio Lorenzo rifletteva su come la poesia potesse essere un veicolo per propagare in tutta Italia il prestigio culturale di Firenze.

Opere religiose – Non mancano poi, negli ultimi anni di vita, opere di carattere religioso come la Rappresentazione di san Giovanni e Paolo (1491).

L’opera poetica di Lorenzo è contraddistinta da una grande varietà stilistica e di genere, che testimonia come il Magnifico puntasse ad essere ricordato come un poeta universale. Lorenzo il Magnifico puntava a fare di Firenze una vera e propria capitale culturale d’Italia, e per questo si adoperò molto nel coltivare nella sua città un’intensa vita intellettuale e artistica. Se suo nonno Cosimo aveva abbellito Firenze con chiese e palazzi, Lorenzo dovette fare i conti con una disponibilità finanziaria ridotta: tra le poche opere architettoniche di rilievo si ricorda la villa di Poggio a Caiano (1485). Pur senza finanziare grandi opere architettoniche, Lorenzo fu riconosciuto dai suoi contemporanei come un patrono di architetti e pittori: non soltanto li protesse e li ospitò presso la sua corte, ma favorì presso le corti di tutta Italia architetti come Giuliano da Sangallo, ed artisti come il Ghirlandaio, Botticelli ed il Perugino, diffondendo e in tutta Italia l’eccellenza dell’arte di Firenze. Ancora più significativa fu la protezione accordata da Lorenzo a scrittori di ogni tipo: non soltanto poeti e letterati, ma anche umanisti e filosofi. Oltre al già menzionato Ficino, vanno ricordati Angelo Poliziano, che per conto del Magnifico collezionò centinaia di manoscritti greci di inestimabile valore, con l’obiettivo di rendere Firenze una nuova Atene, e Pico della Mirandola, che dedicò a Lorenzo il suo Heptaplus.

Lorenzo de Medici morì vittima della gotta, malattia ereditaria di cui avevano sofferto altri Medici prima di lui. La sottovalutazione di ulcera presto andata in gangrena portò ad un indebolimento fisico e alla morte del magnifico a soli 43 anni, l’8 aprile del 1492.

Fonte : “FocusStoria” e “Studenti.it”