a cura della Redazione Digitale di MotoSportWeb


Marco Simoncelli (Cattolica, 20 gennaio 1987 – Sepang, 23 ottobre 2011) è stato un pilota motociclistico italiano, campione del mondo della classe 250 nel 2008. Conosciuto fra gli appassionati con il nomignolo di Sic o SuperSic, è morto a 24 anni durante il Gran Premio della Malesia, sul circuito di Sepang. Nel 2014 è stato inserito nella Hall of Fame del motociclismo, ricevendo il riconoscimento postumo di MotoGP Legend, e nel 2016 è stato deciso il ritiro del suo numero di gara, il 58.

In Malesia nel 2011 perse la vita a 24 anni il ‘Sic’, uno dei piloti più generosi e amati. Un incidente tragico al 2°giro del GP ne spezzò una carriera da sicuro predestinato, lasciando però un enorme seguito di amore, tangibile nella tante realtà nate in suo onore. Il destino ce lo ha portato via in modo drammatico 11 anni fa, con una dinamica crudele che ha acuito la portata tragica dell’epilogo. Marco Simoncelli ci ha lasciato in Malesia, sulla stessa pista di Sepang e nello spesso giorno della gara di quest’anno, il 23 ottobre, ma del 2011, lasciando un vuoto enorme. Pari solo alla cascata di amore e affetto che successivamente si è riversata attorno alla sua figura, tangibile nelle tante realtà nate in suo onore, dalla Fondazione benefica sorta per onorarne la memoria, al Team ‘Sic 58’ coraggiosamente ideato e gestito da papà Paolo.

Il ‘Sic’, aria scanzonata, simpatia istintiva, capigliatura da ‘Napo orso capo’ dei cartoni animati, andatura dinoccolata alla Pippo di Walt Disney, irriverenza in pista unita a velocità, audacia, estro, imprevedibilità e un talento da predestinato, era già ‘Supersic’. Simoncelli era amato dai tifosi, ma finì pure nel mirino di alcuni per certe manovre, spesso oltre l’agonismo per la sua generosità istintiva in pista. Di lui Valentino Rossi, che gli aprì le porte della sua preparazione facendone le basi per la sua futura Rider’s Academy, disse: “Era tanto duro in pista, quanto dolce nella vita”. Il Sic, 24 anni, stava già tratteggiando un percorso di gloria: con un Mondiale in bacheca, vinto nel 2008 in 250 proprio a Sepang, arrivava in Malesia forte del 2° posto di Phillip Island, suo migliore risultato in MotoGP. A Sepang voleva scalare un altro gradino, quello della gloria della prima vittoria. Il destino si oppose.

Con la sua Honda del team Gresini era partito dal 5° posto in griglia con l’intento di vincere e per riuscirci aveva effettuato una scelta controcorrente: la gomma dura al posteriore per avere più sprint nel finale di gara. Al traguardo però non ci sarebbe mai arrivato. La sua corsa sarebbe finita al 2° giro, alle 16.05 locali (10.05 italiane) di un giorno drammatico per il Motorsport e non solo. Alla curva 11, una destra che si affronta in piega a 100 km/h, Marco, in quel momento quarto, scivola e un istante dopo è il buio. La Honda numero 58 parte per la tangente verso l’esterno, ma Simoncelli vi resta aggrappato, generoso fino in fondo nel suo desiderio di rialzarla e proseguire il suo sogno. Marco resta incastrato sotto la moto e quando le ruote ritrovano il contatto con l’asfalto la Honda inizia a indirizzarsi verso l’interno, lì dove c’è la traiettoria ideale dei corridori che sopraggiungono. È un attimo: Alvaro Bautista e Nicky Hayden lo sfiorano passando all’interno; Colin Edwards e Valentino Rossi non riescono a evitarlo e lo travolgono. È la tragedia. All’interno della curva 11 di Sepang c’è una targa in memoria del Sic, per non dimenticare. È spesso meta di un pellegrinaggio silenzioso e sentito di tutto il paddock, che in occasione del GP onora così uno dei personaggi più autentici che il Motorsport abbia mai avuto. La processione a ritroso dai box atttraversa proprio quel tratto del tracciato che il Sic purtroppo non ha mai potuto percorrere. Un nastro di asfalto che ha come fermato per sempre una parte del motociclismo.

Di Marco Simoncelli non si può non ricordare quel suo modo di correre in pista, che poi era il suo modo di vivere, appassionato e appassionante quanto scanzonato che prendeva il cuore di tutti. Polso e fantasia, più che un corridore il Sic era il Giotto della manetta, capace di inventare il colore che non c’era, trasformando una curva in poesia, una corsa in emozione. Dal 30 maggio 2014 il Sic è nella Home of Fame, l’Olimpo dei più grandi campioni di tutti i tempi, riconoscimento prestigioso quanto doveroso per una carriera breve quanto esaltante stroncata a 24 anni dalla “Signora in nero” quel maledetto 23 ottobre 2011 sul circuito di Sepang. Oggi però è il 19 ottobre, il giorno in cui Simoncelli vinse il suo primo e unico Mondiale, quello della 250 nel 2008 sulla Gilera. Con quel terzo posto di Sepang Marco si laureava campione del mondo 250 con una gara d’anticipo, davanti ad Alvaro Bautista, entrando fra i big. Quella scritta sul cartello box esposta davanti a Marco dai suoi meccanici diventa vangelo di una religione da scoprire dentro se stessi: non si può tradurre perché non c’è bisogno di tradurre una lingua che non c’è perché qui c’è il cuore di un ragazzo che tocca il “suo paradiso” e lo passa a chi vuole. Non è retorica. E’ commozione. E’ il motociclismo fra gloria e tragedia.

Fonte : “wikipedia” – “gazzettamotori” a cura di Massimo Falcioni