a cura della Redazione “Ars & Cultura”


Quella dei Boiardo è una famiglia nobiliare molto legata agli Este, signori di Ferrara: è grazie ad essi, infatti, che ottengono il titolo di conti di Scandiano. Ed è proprio nel loro castello di Scandiano che Matteo Maria viene alla luce nella primavera del 1441. Rimasto orfano di padre, viene educato alla cultura umanistica dal nonno Feltrino Boiardo, umanista colto e pieno di interessi, e dal maestro Guarino da Verona: grazie a queste figure impara il latino e ad amare Petrarca e Dante.

Rocca dei Boiardo a Scandiano
L’incontro con Antonia CapraraNel 1460 si ritrova a dover gestire per intero gli affari famigliari e del suo feudo. Risiede stabilmente a Scandiano per tutti gli anni ’60, fatta eccezione per alcuni soggiorni a Ferrara e Reggio Emilia durante uno dei quali conosce Antonia Caprara, cui dedica gli Amorum libri. È in questo periodo che scrive i suoi primi componimenti: si tratta di scritti in latino, tra cui i carmina in onore di Ercole d’Este, a cui presto si affiancano anche quelle in volgare. Negli stessi anni procede alla traduzione in volgare di opere di scrittori latini come Nepote e Apuleio.


Nel 1475 Boiardo scampa ad un tentativo di avvelenamento da parte dei signori di Carpi, interessati a prendere possesso del suo territorio. Il piano fallisce grazie alle rivelazioni di un servo del Boiardo. Nel 1476 Ercole d’Este lo nomina suo comes (compagno), e il Boiardo si trasferisce a Ferrara, dove comincia la stesura dell’Orlando innamorato, ma il soggiorno ferrarese termina dopo soli due anni. Ritornato nel suo feudo di Scandiano divide il suo tempo tra l’amministrazione delle sue proprietà e l’attività letteraria. La distanza da Ferrara, però, non gli impedisce di svolgere funzioni di rappresentanza per il duca, che accompagna in varie missioni diplomatiche a Roma, Napoli, Venezia ed in altre città d’Italia. Gli vengono affidati anche importanti incarichi politici: dall’80 all’83 è governatore di Modena, impegnato nella gestione della difficile guerra contro Venezia durante la quale compone le Pastorali, delle egloghe latine in stile virgiliano. Nel 1487 è nominato capitano di Reggio Emilia, una carica che ricopre fino al giorno della sua morte, avvenuta il 19 dicembre 1494, durante la discesa di Carlo VIII in Italia.

Il continuo ed importante impulso dato dagli estensi alle attività culturali è finalizzato ad imporre la corte ferrarese tra le più importanti del panorama italiano, ed è in quest’ambiente che maturano le figure del letterato e dell’uomo di corte che verranno poi definite e codificate nel Cortegiano di Baldassarre Castiglione. L’esperienza umana e letteraria di Boiardo, che avviene in un momento in cui la centralità della corte non è ancora così forte come lo sarà in futuro, sembra quasi segnare un passaggio tra due modi diversi di intendere la figura del letterato ed i rapporti tra questo e la corte. La produzione letteraria del primo periodo è ancora pienamente umanistica, improntata agli ideali della classicità, all’uso disinvolto del latino e al recupero di Petrarca e Dante.

Gli Amorum libri tres
Gli Amores: opera scritta in volgareDetti anche Amores, sono l’opera più importante del Boiardo dopo l’Orlando innamorato. Si tratta di tre libri, ciascuno dei quali composti di sessanta liriche, dedicati ad Antonia Caprara. L’opera è scritta in volgare, ma il titolo in latino, il tema trattato e la divisione in tre volumi sono un chiaro riferimento agli Amores di Ovidio. Oltre che ad Ovidio il Boiardo trova continua ispirazione anche in Virgilio ed in altri poeti latini, tra cui Lucrezio, poeta epicureo, che lo influenza nell’esaltare il piacere e la sensualità. L’ambito in cui la narrazione si svolge, quello cortese, favorisce anche rinvii e recuperi della tradizione romanza e provenzale e, dal punto di vista strutturale, del Canzoniere di Petrarca.

L’Orlando innamorato: il capolavoro del Boiardo – Cominciato nel 1476 e rimasto incompiuto a causa della morte dell’autore, l’Orlando innamorato è considerata l’opera più importante del Boiardo. Come per altre opere precedenti l’Orlando è una rielaborazione di temi presi dalla tradizione epico-cavalleresca: dalla Chanson de Roland francese che ha una grande successo nell’Italia del Trecento, ai cicli arturiani fino ai cantari italiani in cui vengono cantate le gesta dei paladini francesi. L’enorme differenza con le opere precedenti però è che Boiardo è il primo a fondere il tema amoroso con quello cavalleresco: per la prima volta Orlando viene raccontato preda della passione amorosa. Tutto il racconto, scritto con uno stile che unisce l’epico, il tragico e il sentimentale, si presenta ricco di parti descrittive e perfino narrative, in cui sono presenti vere e proprie novelle. Gli episodi e le varie vicende dei singoli personaggi che arricchiscono la narrazione contribuiscono a fare dell’Orlando innamorato un modello di letteratura cortigiana: da un lato perché descrive i paladini come esempi di virtù, dall’altro perché la ricchezza di digressioni contribuisce a costruire un racconto ricco di momenti di stupore per il lettore, ma privo della carica ideologica che caratterizza la letteratura del periodo successivo, in cui la corte assume un ruolo centrale.

Fonte : “FocusStoria” e “Studenti.it”