a cura di Luciana Gennari

 

Le tabelle di calcolo per conoscere l’esatto importo spettante al danneggiato.

Chi ha subìto un infortunio grave riporta quasi sempre conseguenze permanenti e molto serie: dovrà convivere con menomazioni che gli impediscono di lavorare e di svolgere in modo autonomo le attività quotidiane. La rendita per invalidità permanente viene riconosciuta per compensare economicamente queste tristi situazioni. Vediamo quando spetta e come si calcola.

Rendita invalidità permanente: quando spetta

Anziché in unica soluzione, il risarcimento spettante al danneggiato che ha riportato un’invalidità permanente può essere corrisposto mediante capitalizzazione anticipata della rendita.

L’Inail copre parzialmente questi casi, indennizzando soltanto gli infortuni sul lavoro dai quali deriva un’invalidità superiore al 16%. Questa rendita Inail – leggi qui come calcolarla – lascia, quindi, scoperti moltissimi casi, come gli incidenti stradali, gli illeciti derivanti da reato e la responsabilità medica, che devono comunque essere risarciti.

Capitalizzazione della rendita: come si calcola

Il problema pratico sta nel fatto che in giurisprudenza non esistono criteri univoci per la quantificazione dell’ammontare della rendita spettante al danneggiato. Ciò dipende dal fatto che essa dovrebbe ristorare sia i pregiudizi di carattere patrimoniale, come le spese mediche sostenute e i redditi persi per gli anni futuri, sia i danni di natura non patrimoniale, a partire dal danno biologico, cioè la lesione della salute, che, essendo permanente, durerà per tutta la vita. Ma ovviamente non si può sapere a priori quanto vivrà il soggetto da risarcire.

Inoltre, anche quando si determina la cifra complessiva, se il pagamento non viene fatto in unica soluzione bisogna adottare dei criteri attuariali per “”spalmare” l’importo nell’arco della presumibile durata della vita del danneggiato. Ciò significa che l’importo mensile, o annuale, dovrebbe essere maggiore per i soggetti giovani, che hanno un’aspettativa di vita più lunga. Vediamo in concreto come si arriva a stabilire la cifra spettante.

Rendita invalidità permanente: a quanto ammonta

In assenza di parametri normativi prefissati per determinare l’importo della rendita vitalizia (che, come abbiamo detto, esistono soltanto per la rendita Inail, che non è applicabile a tutti i casi), la giurisprudenza adottano i medesimi coefficienti utilizzati per la liquidazione del danno da incapacità lavorativa. Questo criterio, però, è insufficiente, perché le tabelle di calcolo sono antiche e non aggiornate (risalgono al 1922, un secolo fa).

Di recente la Corte di Cassazione ha stabilito che il risarcimento del danno in forma di rendita vitalizia è possibile, ed anzi preferibile a quello in unica soluzione, a condizione che si tenga debito conto della speranza di vita del beneficiario: il caso deciso dalla Suprema Corte riguardava un bambino piccolo, che aveva riportato lesioni permanenti a causa di un intervento chirurgico malriuscito, e la cifra liquidata in forma di rendita, pari a 1.283 euro mensili, è stata riconosciuta del tutto inadeguata alla sua lunga aspettativa di vita.

Rendita invalidità permanente: tabelle di calcolo

Per colmare la lacuna normativa e le incertezze giurisprudenziali, nel 2023 sono arrivate le nuove tabelle di calcolo della rendita vitalizia per invalidità permanente, elaborate dall’Osservatorio della giustizia civile del Tribunale di Milano. Esse si pongono come documento di «buona prassi» e auspicabilmente dovrebbero diventare il punto di riferimento per tutti i tribunali italiani, come è già accaduto per altre tabelle analoghe elaborate dallo stesso Ufficio giudiziario – si pensi a quella per il risarcimento del danno parentale o delle lesioni personali – e che la Corte di Cassazione ha riconosciuto di valenza nazionale.

Le formule per attualizzare la rendita

Le nuove tabelle cercano di adottare una sostanziale equivalenza tra la rendita vitalizia e la somma da versare al danneggiato in unica soluzione, in modo da evitare perdite o scompensi, e si basano su formule matematiche per il calcolo del valore attuariale, ossia la capitalizzazione, attualizzata ad oggi, del valore di una rendita futura, che dovrà durare per tutta la vita del danneggiato o comunque per un periodo di tempo lungo e predeterminato (ad esempio, sino al raggiungimento dell’età pensionabile, quando interverranno altre forme di sostegno economico).

La formula matematica di valore attuariale, quindi, viene corretta da una formula statistica che tiene conto dell’aspettativa di vita del beneficiario, basandosi sulle sue probabilità di sopravvivenza per un determinato numero di anni, secondo le tavole di mortalità della popolazione italiana elaborate dall’Istat.

Rendita invalidità permanente: esempi

Facciamo qualche esempio pratico di applicazione delle tabelle.

Un uomo di 45 anni subisce un infortunio e diventa un invalido totale, perdendo uno stipendio annuo pari a 24mila euro. Gli mancano 22 anni all’età pensionabile (che si raggiunge a 67 anni) e, secondo la tabella di capitalizzazione del Tribunale di Milano, avrà diritto a una somma pari al reddito perso moltiplicata per il coefficiente di 23,55: la cifra totale sarà pari a 565.200 euro, da dividere per 22 anni.

Una ragazza appena diventata maggiorenne perde il papà, che le forniva sostegno economico, quantificabile in 15mila euro all’anno. La tabella presume che la ragazza raggiungerà l’indipendenza economica a 28 anni, quindi le spettano 10 anni di rendita vitalizia. Il coefficiente moltiplicativo nel suo caso è di 10,48, da moltiplicare per il reddito annuo perso: si ottiene la cifra di 157.200,00, che costituisce l’attualizzazione della rendita da erogarle in 10 anni.

Come adeguare l’importo della rendita

Non finisce qui, perché sulla cifra risultante si applica un tasso di interesse, definito “dinamico” in quanto è variabile e può essere rivalutato periodicamente, in modo simile a ciò che avviene per gli investimenti nei mercati finanziari.

Anche l’inflazione annua (misurata dall’Istat in base ad appositi indici dei prezzi al consumo per le famiglie di impiegati ed operai) deve rientrare nel calcolo di adeguamento della rendita, perché altrimenti si verificherebbe una perdita di potere di acquisto.

Il giudice, nella liquidazione del danno in forma di rendita, dovrà tenere conto anche di questi fattori, altrimenti la quantificazione sarebbe incompleta e insufficiente.

A chi rivolgersi per ottenere la rendita spettante

In tutti i casi, per ottenere un proficuo e adeguato risultato risarcitorio riconosciuto al danneggiato (o ai suoi eredi superstiti) in termini di rendita per invalidità permanente è indispensabile rivolgersi ad un buon avvocato, esperto di risarcimento danni alla persona, in grado di applicare al caso specifico i criteri generali che ti abbiamo descritto, tenendo conto anche di tutti gli altri eventuali fattori che possono incidere sulla corretta e completa quantificazione dei danni riportati in conseguenza dell’invalidità permanente.

Fonte : https://www.laleggepertutti.it/ – 2023Paolo Remer


Luciana Gennari

Nata a Roma il 7 febbraio 1953Vive a Roma

Persona con Disabilità per Ischemia cerebrale. Mamma di tre ragazzi. Raffaello: il figlio dell’amore, il figlio del desiderio e il figlio della scelta. Simone il figlio del desiderio ha una gravissima disabilità dalla nascita. Francesco il figlio della scelta, di anni 30, con patologia schizofrenica (malattia invisibile), morto il 26 novembre 2021. Già Presidente della Consulta per i Diritti delle Persone con Disabilità – Municipio IX ROMA EUR – Comune di Roma, dalla sua istituzione nel 1999 ad oggi, fino alla morte del proprio figlio. In questa Rubrica si potrà parlare di disabilità motoria, sensoriale, intellettiva e mentale, perché farlo dà la possibilità a chi ci circonda di confrontarci ed aiutarci. Sarà un impegno prezioso per un gesto di servizio e di solidarietà autentica.

Email: luciana.gennari53@gmail.com

Cell: +39 3358031152


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