a cura della Redazione “Appuntidiviaggio”

Anche in Sardegna il Natale è un momento molto sentito, specialmente dal punto di vista familiare e religioso. Ogni anno, la notte del 24 dicembre nelle chiese di Alghero i fedeli intonano il canto della Sibilla. Si tratta di un antico canto medievale, eseguito in lingua catalana, quasi a testimonianza del legame esistente tra l’isola e la regione della Catalogna. Eseguito rigorosamente al buio, il testo si basa sulle immagini del tribunale di Cristo nella vallle di Giosafat dove, secondo le scritture, avrò luogo un’adunata di tutte le nazioni e il Giudizio universale. Solo alla fine del canto quando, secondo la credenza, lo Spirito Santo arriva ai fedeli, si possono riaccendere le luci.

Un’altra usanza sarda chiamata “Sa Candelaria” si tiene il 31 dicembre e riguarda i bambini. Durante il giorno si muovono nel loro quartiere, bussano alle porte e chiedono i cocones (un tipico pane preparato per le festività), la frutta, i dolciumi e qualche moneta ponendo sempre la stessa domada: “a nolla dazes sa candelaria?” ( “ci date la candelarìa?”).

A tavola in Sardegna è facile trovare i culigones de casu , il tradizionale porceddu e del Pabassinas (dolce di pasta frolla fritto con frutta secca).


Le pubblicazioni di “Natale In … Tradizioni e Costumi – ed. 2023”

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