a cura della Redazione “Ludoteca Web”

Trivial Pursuit è un gioco da tavolo di origine canadese, prodotto dalla Hasbro e dalla Horn Abbot, in cui i giocatori misurano la propria abilità nel rispondere a domande di cultura generale.

Nel dicembre del 1979, a Montreal, Chris Haney, ricercatore iconografico del quotidiano cittadino The Gazette, e Scott Abbott, giornalista sportivo dell’agenzia The Canadian Press, stavano giocando a Scrabble quando, scoperto che mancavano dei pezzi, ipotizzarono di creare loro stessi un nuovo gioco: nacque così una discussione su chi avrebbe potuto inventare il gioco migliore. Iniziata come una sfida tra i due, divenne poi una collaborazione che coinvolse anche il fratello di Chris, John, quando nel 1980 crearono con lui e con l’avvocato Ed Werner la Horn Abbot Ltd, per produrre e distribuire il gioco.

In breve tempo fu creato il Trivial Pursuit, il cui nome finale (che significa «caccia banale», «futile ricerca», «scopo frivolo») fu deciso dalla moglie di Chris. Nel 1981 fu registrato il marchio e, per favorire la diffusione del gioco, in Canada le scatole venivano cedute ai distributori per 15 Dollari l’una, affinché le vendessero a 29,95 al pubblico, anche se produrle costava 75 dollari ciascuna. Dopo una tiepida accoglienza alla Fiera Internazionale del Giocattolo tenutasi a New York nel 1982, Trivial Pursuit fu finalmente lanciato nel mercato nel 1983.


 seimila quesiti riguardano queste sei categorie, contraddistinte ciascuna da un colore e da iniziali (in ordine di presentazione sulla scheda):

  • Geografia (G) Blu
  • Spettacolo (S) Rosa
  • Storia (St) Giallo
  • Arte e Letteratura (AL) Marrone
  • Natura e Scienza (NS) Verde
  • Hobby e Sport (HS) Arancione

I segnaposto, uno per colore di categoria, hanno forma cilindrica, un diametro di circa tre cm. e l’aspetto di una torta affettata, avendo sei scomparti a forma di spicchi, dove vanno infilati i cunei segnapunto, anch’essi nei colori delle sei categorie (sei cunei per ciascun colore). Sul tabellone, che è quadrato e quando aperto misura 50 cm. di lato, è disegnato il percorso di gioco: 72 caselle – dieci per ciascuna categoria, più 12 caselle con raffigurati dadi – disposte in cerchio e lungo sei raggi che le collegano all’esagono centrale.

Scopo del gioco è rientrare per primo nell’esagono centrale e rispondere correttamente alla domanda finale in una categoria scelta dagli avversari, vincendo così la partita. Ma prima di poter rientrare nell’esagono centrale, il giocatore deve aver raggiunto le sei caselle finali di ciascuna categoria ed aver risposto correttamente ad una domanda nella categoria relativa. Le sei caselle finali di categoria sono poste al termine di ciascun raggio della pista di gioco, contrassegnate da un triangolo colorato. È considerato un gioco per adulti non perché abbia contenuti non adatti ai minori ma per la difficoltà di talune domande.

In Italia il Trivial Pursuit arrivò nel 1984, presentato nel Circolo della Stampa di Milano con la partecipazione di attori, personaggi televisivi, giornalisti, scrittori e intellettuali che si prestarono a una partita dimostrativa. Ma «L’esordio in Italia non è stato dei più brillanti» perché «dal 1988 al 1990 furono venduti soltanto 100mila pezzi», complice anche il prezzo impegnativo: 99 000 lire nel 1986, quando un quotidiano (come un caffè) costava 700 lire.

La prima edizione venne tradotta dal direttore della Associated Press, Dennis Redmont, e dal critico musicale Silvio Piersanti e fu distribuita dalla Polistil, avendo l’Editrice Giochi, abituale distributore dei giochi Parker, rinunciato a commercializzarlo. Poi subentrò la Hasbro Italy, che nel periodo 1991-1993 quintuplicò le vendite del triennio precedente, con 500 000 pezzi. In quegli anni, sui bordi della scatola comparivano queste parole: « “Chi più sa, più dubita” Enea Silvio Piccolomini (papa Pio II) ». Dal 1992 autore unico delle domande è Filippo Maraffi, veterinario milanese, classe 1955. Nel 1993 iniziarono le uscite annuali: una versione semplificata, con 1 500 domande attualizzate, niente tabellone ma un dado modificato, con i sei colori al posto dei numeri per scegliere la materia, prezzo di vendita 55 000 lire – mentre la confezione classica costava ancora 79 000 lire. Sono poi seguiti numerosi aggiornamenti ed edizioni speciali e a tema: per esempio nel 2003 una scatola di plastica a forma di segnapunto, chiamata “ricarica” perché contenente solo un mazzo di schede con domande nuove e un dado con i colori delle materie; una “Edizione Family” assai ridotta, sia per le dimensioni della scatola (15 cm di lato), sia per il numero di schede (solo ottanta, metà per ragazzi e metà per adulti), pubblicata nel 2009.

Curiosa la confezione tascabile curata dalla collana Il Giallo Mondadori nel 1994: un’edizione ad hoc per i propri lettori, con i quesiti che, pur rispettando la ripartizione classica delle sei materie, riguardavano il “giallo” in tutte le sue declinazioni, nella vita reale (medicina forense, fatti e luoghi della cronaca nera e giudiziaria) come nelle opere di fantasia (dallo spionaggio al thriller, dai polizieschi all’horror, nel cinema e nella letteratura).


Le pubblicazioni di “Natale In … Giochi sotto l’albero – ed. 2023”

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