a cura della Redazione di “Geopop”


Più di mezzo miliardo di anni fa il campo magnetico della Terra potrebbe aver subito una drastica diminuzione: secondo un nuovo studio questo potrebbe aver favorito l’evoluzione della fauna marina terrestre.

Secondo un recente studio pubblicato su Nature Communications Earth & Environment, una diminuzione dell’intensità del campo magnetico terrestre fino a 1/30 del valore attuale potrebbe essere stata la chiave per una delle fasi cruciali nello sviluppo della vita sulla Terra 541 milioni di anni fa, all’inizio del Cambriano: la diversificazione della fauna Ediacarana. Lo studio analizza le inclusioni di minerali magnetici all’interno di plagioclasi, minerali composti principalmente da silice, alluminio, calcio e sodio, presenti nelle rocce magmatiche risalenti al periodo Ediacarano e rinvenute nel sud del Brasile. Lo studio ha rivelato che per un arco temporale di circa 26 milioni di anni, compreso tra 591 e 565 milioni di anni fa, l’intensità del campo geomagnetico terrestre ha raggiunto livelli tra i più bassi mai registrati, arrivando fino a essere un trentesimo di quanto è attualmente.

Gli effetti del collasso del campo magnetico della Terra sulla vita
Il periodo Ediacarano è ben conosciuto per la sua fauna caratterizzata da organismi marini a corpo molle che popolavano acque poco profonde, tra cui forme simili alle moderne meduse, coralli molli, anemoni di mare e alghe marine. Le tracce di queste creature sono conservate nelle rocce sedimentarie di quel periodo in tutto il mondo, testimonianza dell’abbondanza di biodiversità. La comparsa di fossili di più grandi dimensioni e complessità tra 575 – 565 milioni di anni fa, indica un’accelerazione nei processi di evoluzione e diversificazione, che sono stati correlati a un aumento della concentrazione di ossigeno in atmosfera. È risaputo infatti che gli animali macroscopici, morfologicamente complessi e mobili, richiedono maggiori quantità di ossigeno per supportare le loro richieste metaboliche. Nonostante numerose evidenze nella letteratura scientifica supportino l’incremento di ossigeno atmosferico nell’Ediacarano, le cause precise non sono ancora ben chiare. Secondo i ricercatori dell‘Università di Rochester, potrebbe essere stato proprio un drastico abbassamento dell’intensità del campo geomagnetico a innescare l’aumento della concentrazione di ossigeno atmosferico, ipotesi supportata soprattutto dalla coincidenza temporale tra i due processi. Una ridotta intensità del campo magnetico diminuirebbe la sua capacità di trattenere gli ioni di idrogeno, che potrebbero quindi sfuggire nello spazio. Senza abbastanza idrogeno, l’ossigeno avrebbe maggiore libertà per reagire con altri elementi o disperdersi nell’atmosfera, modificandone la composizione e influenzando così lo sviluppo della vita sulla Terra.

Gli altri possibili effetti delle variazioni nel magnetismo terrestre
È universalmente accettato che il campo magnetico terrestre, o campo geomagnetico, abbia svolto un ruolo cruciale per l’evoluzione e la sopravvivenza della vita sulla Terra, fungendo da schermo contro i venti solari e i raggi cosmici e contribuendo alla stabilizzazione delle condizioni ambientali. Nel corso delle ere geologiche, però, il campo geomagnetico non è stato costante. La sua polarità si è invertita innumerevoli volte, il che significa che la direzione del polo nord e polo sud magnetici è spesso stata differente dall’attuale. Inoltre, l’intensità del campo magnetico è mutata nel tempo, fino anche a scomparire per brevi intervalli di tempo geologico. Le evidenze di questi cambiamenti si trovano all’interno di alcuni minerali, come l’ematite e la magnetite, che, al momento della loro formazione, registrano al loro interno la direzione e l’intensità del campo magnetico terrestre. Le cause dei mutamenti del campo magnetico non sono sempre chiare. Tuttavia, la maggior parte degli scienziati concorda sul fatto che una diminuzione dell’intensità o la temporanea scomparsa del campo magnetico potrebbero avere effetti negativi sulla vita, aumentando le mutazioni genetiche dovute all’esposizione ai raggi cosmici e destabilizzando il clima e l’ambiente. Ciononostante, la diminuzione dell’intensità del campo magnetico terrestre osservata nelle rocce dell’Ediacarano potrebbe essere stata un fattore determinante nell’accelerare i processi di evoluzione e diversificazione della macrofauna.

Fonti : GEOPOP – articolo di Domenico Ravidà