a cura di Fabio Reggiani


La mia vita ha sempre avuto più fantasia di me, non ho dubbi. Io non avrei di certo scelto una folta zazzera di capelli rossi quale tratto distintivo del mio aspetto, eppure li ho sempre tutti sulla testa ed ancora del medesimo colore nonostante i miei 52 anni compiuti. Non avrei mai immaginato di sposare la mia compagna di banco del V Ginnasio, ed invece proprio lei è mia Moglie da un quarto di secolo.

Neppure avrei ipotizzato di laurearmi con lode in Scienze Agrarie essendo totalmente privo di “pollice verde”, ma è accaduto.Più o meno mi sono quindi presentato:
Fabio Reggiani, una persona come le altre intenta a condurre una esistenza ordinaria ma appagante pur tra i normali “alti e bassi” della quotidianità.

Credo di ricordare che anche la mattina di quel tal giorno il mio stato d’ animo fosse lo stesso di sempre, sostanzialmente sereno. Di certo non agitato da particolari aspettative. Prima di sera avrei dovuto riconsegnare le chiavi di un locale che avevo fatto in precedenza restaurare completamente per ospitare a Roma la mia Collezione di Moto DUCATI: ero infatti in procinto di cambiar sede di lavoro e città e le mie amate “Rosse” mi avrebbero seguito nel trasferimento. Ciò avrebbe reso quindi per me superfluo l’ impiego di quell’ immobile fatto edificare a Roma nel dopoguerra dai miei Nonni paterni.
Era già pomeriggio quando entrai per regolare gli ultimi adempimenti con i proprietari di quell’ ambiente ormai vuoto.
Volgendo lo sguardo tutto intorno per salutar le mura a me care vidi per caso, semi-nascosta nell’ ombra del soppalco, una sagoma nera che riconobbi subito: era sicuramente l’ apparecchio VOXSON che un tempo si trovava nel salone della casa romana dei miei Nonni, regalato loro da mio Padre agli inizi degli anni ’70.
Non so dire: sentii un magnetismo, una forza di irresistibile attrazione!
Senza neppure distogliere gli occhi allontanai meccanicamente da me con la mano destra tutto il denaro che mi era stato appena restituito a saldo della ristrutturazione chiedendo che mi fosse piuttosto consegnato quell’ oggetto impolverato e dimenticato da decenni. Lo ebbi.

Faccio risalire con certezza a quel momento l’ inizio di un nuovo tratto di strada che evidentemente mi attendeva dietro l’ ennesimo angolo della mia esistenza.
Senza ancora saperlo stavo per intraprendere un percorso a ritroso alla riscoperta di una straordinaria vicenda industriale italiana che ebbe tra i suoi protagonisti anche mio Padre, il Prof. Ing. Tito Reggiani, e che dal dopoguerra in avanti avrebbe lasciato un segno indelebile, potente e meraviglioso in ciò che si definisce “Made in Italy”.

Oggi che la tecnologia del web e la benevolenza del creatore di questo Spazio me lo consentono desidero pubblicare in forma di rubrica “a tappe” la bellissima storia della VOXSON, auspicando di trovare tra i lettori altrettanti compagni di strada che vogliano affiancarmi lungo il “viaggio di ritorno”.